La Programmazione educativa è stata modulata tenendo presente il modello della “Pedagogia della lumaca”: partendo dalla riflessione su di una società dai ritmi frenetici, in cui gli adulti non hanno la possibilità di pause da dedicare ai momenti di ascolto di cui un bambino ha bisogno, intende rivalutare il concetto del “tempo”, ma anche del silenzio, della noia e dell’attesa che permettono un’osservazione ad ampio raggio dell’ambiente, della natura e dei rumori che ci circondano.
L’obiettivo è quello di trasmettere ai bambini la capacità di aspettare, attraverso la quale è possibile guardare con attenzione, scoprire le proprie capacità, valorizzare ciò che si ha e che si è. Dare valore al “tempo” vuol dire sapersi ascoltare e saper ascoltare l’altro.
In ogni relazione è indispensabile avere “tempo”, soprattutto con i bambini; e l’ascolto dei bambini a volte si perde nella frenesia quotidiana.
In una dimensione di generale valorizzazione del concetto del tempo, diventano importanti le routine, con cui i bambini sperimentano la scansione temporale e in cui l’esperienza del “far da soli” favorisce il raggiungimento dell’autonomia e dell’autostima (i bambini si sentono grandi e competenti); acquisiscono una cornice nuova anche le attività educative, sia quelle più articolate (manipolazione, laboratorio del colore e psicomotricità) che quelle continuative (lettura, gioco del travestimento, laboratorio musicale, giardinaggio, ecc.): esse vengono proposte con una gradualità studiata, pensata sulle capacità del bambino, attraverso un “tempo” che permette l’osservazione, l’ascolto, l’elaborazione